martedì 22 aprile 2014

IL MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE SCEGLIE DATACORE PER MODERNIZZARE LA PROPRIA INFRASTRUTTURA STORAGE

giovedì 17 aprile 2014

L’avanzata del software-defined spiegata da DataCore

http://www.ictbusiness.it/cont/articolo/l-avanzata-del-software-defined-spiegata-da-datacore/32345/1.html

La rivoluzione causata dalla virtualizzazione e dal cloud computing si riflette su molteplici settori tecnologici e, di conseguenza, su molteplici processi e attività di business. Con vantaggi e svantaggi, e annoverando fra questi ultimi questioni di complessità, costi, sicurezza. L’avanzata dell’approccio software-defined è una delle possibili risposte a questi problemi, e sempre più si imporrà nella costruzione e gestione dei data center, dello storage, delle reti. 

Ne è convinto George Teixeira, Ceo e  presidente di DataCore Software. La società, nata nel 1998 e oggi arrivata a contare oltre 10mila clienti, trova il suo core business nelle soluzioni per lo storage software-defined e virtualizzato.

Perché è importante il concetto di “definito dal software”?

Il cloud computing e la strategia di virtualizzare qualunque cosa hanno portato a una vera e propria rivoluzione. I data center virtuali e i nuovi modelli di erogazione dei servizi cloud hanno cambiato le aspettative aziendali relative ai livelli di servizio e ai sistemi per aumentare la produttività. Le infrastrutture si sono evolute, mettendoci a disposizione risorse in misura maggiore, ma gran parte dei miglioramenti è legata ai progressi della virtualizzazione a livello software. Questa evoluzione ci ha portato a tecnologie definite dal software di ogni tipo. La sfida è ora quella di comprendere le differenti componenti di questa nuova rivoluzione, e come queste lavorino e interagiscano tra loro.

Che cosa comporta lo spostamento verso approcci di questo tipo?


Gli argomenti che oggi tengono banco nell’It sono il networking definito dal software (Sdn), lo storage definito dal software (Sds) e i data center definiti dal software (Sddc). E tutti fanno parte di una tendenza più generale che il settore definisce come “tutto definito dal software”. Lo spostamento verso un’infrastruttura definita dal software consente di separare il livello software, pensato per la gestione e per offrire le diverse funzionalità dall’hardware sottostante. L’idea di fondo è che, separando l’intelligenza da computer, storage e reti, l’hardware possa diventare più economico (aumentando, cos’, il potere di acquisto delle aziende) e intercambiabile (evitando di dover rimanere legati a doppio filo a specifici fornitori), e che il software possa diventare più ricco di funzionalità e più flessibile.

Quali saranno i prossimi passi del mercato? 

I data center definiti dal software promettono di migliorare le prestazioni e di abbassare drasticamente i costi. La prima ondata di miglioramenti si è basata sulla rivoluzione innescata dalla virtualizzazione. Oggi viviamo già in un mondo di server virtuali: basta guardarsi intorno per vedere come le macchine virtuali e gli hypervisor server abbiano cambiato il nostro punto di vista sulla produttività, sul provisioning e sulla rapidità di installazione di nuovi sistemi e applicazioni. Ora che tutto questo è realtà, il prossimo passo è ovvio: faremo con storage e networking ciò che è già stato fatto a livello di server.

Quali sono le caratteristiche fondamentali dell’Sds?
Lo storage definito dal software può essere banalmente definito come l’astrazione e l’automazione dei servizi di storage dell’hardware fisico di storage. Il software è alla base della flessibilità e della virtualizzazione intelligente dello storage. Il software di gestione può migliorare l’utilizzo delle risorse di archiviazione in modo da ottimizzarle e dimensionarle correttamente per le proprie esigenze. Qualunque cosa sia definita dall’hardware è per definizione rigida e non flessibile, e il risultato è che spesso si è costretti ad acquistare più risorse del necessario per evitare di ritrovarsi in difficoltà. Il software permette anche di integrare facilmente nella propria infrastruttura le tecnologie più recenti, come le unità Ssd basate su memoria Flash, senza dover “gettare al vento” gli investimenti già realizzati in storage.

In altre parole, le soluzioni definite dall’hardware sono il mantra dei fornitori di hardware per lo storage, che vogliono che acquistiate più hardware replicando lo stesso processo ogni anno invece di lasciarvi ricavare il massimo valore dai vostri investimenti garantendovi che la vostra infrastruttura sia “a prova di futuro”. Avere una soluzione definita dal software significa ottimizzare l’esistente, mentre una definita dall’hardware significa provisioning eccessivo e sovradimensionamento.


Ragionare il base all’hardware è approccio antico?
Riflettete: perché per ottenere una funzionalità software che vi serve devono costringervi ad acquistare la soluzione hardware di ultima generazione o un dispositivo specifico? Questo modo di pensare è vecchio, anche se prima della virtualizzazione era la modalità con cui lavorava l’intera industria dei server. A definire l’architettura erano le scelte hardware. Grazie all’informatica definita dal software, di cui VMware o Hyper-V sono i due esempi più noti, oggi è possibile implementare macchine virtuali invece di avere dei sistemi Dell, HP, Intel o Ibm. Lo storage sta vivendo una trasformazione analoga e in un mondo definito dal software a fare la differenza sarà il software intelligente.

È interessante notare come le definizioni marketing siano cambiate nel tempo, mentre la visione e la passione che abbiamo messo nel concetto di “definito dal software” è ciò che ci ha portato a fondare DataCore Software già nel 1998. Da allora, ci siamo dedicati alla realizzazione di una vera soluzione di Storage Definito dal Software. Io e gli altri fondatori abbiamo capito che il software-defined sarebbe stata una strada inevitabile. Oggi che abbiamo oltre 25mila licenze software distribuite fra più di 10mila clienti di tutto il mondo possiamo dire che quella visione si è trasformata in realtà. E gli altri elementi di un mondo definito dal software stanno evolvendo nella stessa direzione.


Il networking, per esempio…

Aziende leader come Cisco e VMware hanno già realizzato acquisizioni di importanti aziende impegnate nel networking definito dal software. Secondo Idc, questo mercato crescerà nel giro di tre anni dai 360 milioni di dollari del 2013 a 3,6 miliardi di dollari. Questo che cosa significa? Le architetture di rete stanno rapidamente evolvendo verso una realtà Sdn, e questo alla fine cambierà completamente il modo in cui pensiamo a una rete. Oggi realizzare reti, configurarle o riconfigurarle comporta la necessità di interagire manualmente con ciascuno switch, mentre grazie all’Sdn tutto questo diventerà automatico. Gli amministratori dei server potranno così gestire da remoto la rete.

Il motivo per cui l’Sdn è così importante è che consente di affrontare schemi di traffico basati su cloud pubblici e privati aggiungendo flessibilità alla gestione e accesso su richiesta. Le odierne reti complesse, invece, non sono in grado di scalare a sufficienza per far fronte all’esplosione del traffico e sono legate a doppio filo al produttore quando si tratta di far fronte a nuovi standard o interfacce e alla rapida innovazione con cui è necessario rimanere allineati.


Quali sono i principali ostacoli all'adozione dell’approccio “everything software-defined”?

Prima di tutto l’atteggiamento mentale: la maggior parte delle persone pensa più all’hardware e ai sistemi che a un’architettura abbastanza flessibile da rispondere alle future esigenze. I produttori di hardware insistono con la necessità di “acquistare un altro dispositivo” per risolvere i problemi, ma il costo e la complessità portano a grandi inefficienze. L’architettura è importante.

Detta in parole povere, definire tutto tramite software significa utilizzare il software non solo per colmare i divari tecnologici tra “isole separate” o silo che derivano dall’adozione di soluzioni di fornitori diversi e da specifiche funzionalità hardware da gestire, ma anche per creare un’infrastruttura sottostante, cioè un’architettura flessibile che possa soddisfare anche le esigenze future, che possa essere gestita olisticamente come parte dell’azienda. Invece che come singoli elementi (capacità di calcolo, storage e rete), l’infrastruttura verrà considerata come set di risorse necessarie per specifici carichi di lavoro. In questo scenario, l’applicazione, l’utente finale e auspicabilmente l’azienda sono i veri padroni.

Questi cambiamenti non sono solo tecnologici, ma anche organizzativi. Tradizionalmente i team lavorano in ambiti o reparti separati, con diverse organizzazioni funzionali: sono “isole separate”. Ma con l’arrivo della tecnologia le cose cambiano e per trarne il massimo vantaggio i team si trovano costretti a modificare il modo con cui lavorano insieme. Questo riguarda decisioni di acquisto, budget, struttura dei report, mentre le metriche dei livelli di servizio e i processi devono essere ripensati.


L’approccio software-defined condiziona, dunque, anche le scelte di acquisto di tecnologie?

Per fare un esempio, per comprare nuovo storage in passato era probabile che la decisione fosse presa dal gruppo che si occupava dello storage. E allo stesso modo i ragazzi dei sistemi prendevano le decisioni sui server. Ma se tutto questo deve lavorare insieme, è probabile che sia necessario coinvolgere persone che si occupano di settori diversi. In più, in un mondo definito dal software, l’hardware conta meno. Prima della virtualizzazione dei server il marchio era fondamentale, mentre oggi scegliendo un approccio definito dal software e adottando un hypervisor, come quelli di VMware o Microsoft, la scelta del fornitore diventa più una questione di prezzo o di preferenza personale piuttosto che una necessità di una specifica funzionalità hardware.


C’è o ci sarà un impatto anche sui sistemi di valutazione dei servizi?

In un mondo formato da “isole separate”, i livelli di servizio e le metriche prestazionali tendono a essere collegate più alla disponibilità dei servizi che all’esperienza utente. Per esempio, il lavoro dei team di rete può essere valutato in base al tempo totale di downtime in un determinato periodo. Ovviamente, però, questa metrica non ha un grande valore nel misurare la produttività, i tempi di risposta e l’esperienza utente. In un mondo definito dal software, invece, le metriche prestazionali devono essere riconsiderate e applicate più ampiamente ai diversi team.

L’It si sta muovendo verso un futuro definito dal software. Ci vogliono anni per trasformare un’organizzazione e l’atteggiamento mentale delle persone. Mettere persone e processi nelle condizioni di supportare questo cambiamento sarà fondamentale per qualunque azienda voglia trarre vantaggio da queste tecnologie di nuova generazione. Il definire tutto tramite software richiede un ripensamento non solo tecnologico, ma anche organizzativo, per ridisegnare i processi e raggiungere una produttività aziendale ottimale. Le tecnologie di software-defined data center possono chiaramente ottimizzare data center, cloud e le intere infrastrutture It, ma per farlo la tecnologia non basta: ci vogliono anche un’architettura, apertura mentale e una riorganizzazione operativa.

lunedì 14 aprile 2014

DataCore SANsymphony-V e Software Defined Storage per il Ministero dell’Economia

Lo storage Software Defined di DataCore permette al dicastero di ridurre i costi, migliorare la continuità operativa e salvaguardare gli investimenti

DataCore Software, un fornitore di software per la virtualizzazione dello storage e di architetture per lo storage definito dal software (SDS), ha annunciato che il Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano ha adottato la soluzione DataCore       SANsymphony-V per migliorare la produttività e modernizzare la sua infrastruttura IT mission-critical.
All’interno del progetto di ottimizzazione e consolidamento dei data center IT, il     Ministero ha scelto la soluzione per lo storage definito dal software di DataCore con l’obiettivo primario di salvaguardare gli investimenti realizzati nel corso di molti anni sui diversi sistemi di storage, che vanno dagli EMC VMax agli EMC Centera, fino agli HP EVA.
La virtualzizazione con SANsymphony-V
Inoltre, era fondamentale per il MEF snellire e centralizzare la gestione dello storage        per aumentare la produttività e per mettere a disposizione, quando e dove necessario, spazi di archiviazione con elevata disponibilità nel giro di pochi minuti.
Dopo avere valutato diverse soluzioni, il Ministero delle Finanze ha deciso per l’implementazione della soluzione di virtualizzazione dello storage di DataCore, ritenuta      la più adatta per rispondere a tutti i requisiti.
La scelta è stata fatta sulla base di numerosi fattori, uno dei quali, chiarisce la società,       è la capacità di SANsymphony-V di trasformare lo storage in una risorsa disponibile trasversalmente che può essere organizzata in pool e utilizzata in modo più efficiente rispetto agli approcci SAN che partono dall’hardware, dove ogni sistema di storage   diventa un’isola separata e inefficiente. 
Il software DataCore ottimizza anche l’utilizzo complessivo delle risorse e rende il provisioning dello storage dinamico e automatico.
Per garantire elevata disponibilità e continuità operativa viene eseguito il mirroring    sincrono di tutti i dati importanti attraverso edifici e dipartimenti tra i nodi DataCore.     Per accelerare le prestazioni del sottostante hardware, DataCore sfrutta la memoria         ad accesso casuale presente in ciascun nodo.
Questo permette un rapido caching “in memory” ad alta velocità che accelera i carichi        di lavoro delle applicazioni critiche del Ministero. DataCore ha anche semplificato la possibilità di scalare e far crescere dinamicamente lo storage permettendo di       aggiungere hardware di qualunque fornitore, modello o tecnologia, incluse eventuali   risorse SSD flash.

martedì 8 aprile 2014

Juku video: la sessione di virtualizzazione dello storage di DataCore

Questa volta con DataCore, società che ha abbondantemente superato i 10.000 clienti (e le 28.000 installazioni) con il suo prodotto di virtualizzazione dello storage. Anche in questo caso, come in tutto il resto della giornata, si è parlato di come poter realizzare una soluzione con hardware x86 standard e software.

lunedì 7 aprile 2014

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano ha adottato la soluzione DataCore SANsymphony-V


DataCore consolida e semplifica il provisioning delle risorse di storage, accelera significativamente le prestazioni e aggiunge elevata disponibilità, offrendo nuovi livelli di flessibilità sia al mix esistente sia ai futuri acquisti di dispositivi e sistemi di storage. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, conosciuto anche con l’acronimo MEF, è uno dei più importanti ed influenti dicasteri del Governo italiano, con la responsabilità dell’andamento economico e finanziario dello Stato. Al Ministero sono attribuite le funzioni e i compiti in materia di politica economica, finanziaria e di bilancio, programmazione degli investimenti pubblici, coordinamento della spesa pubblica e verifica dei suoi andamenti, politiche fiscali e sistema tributario, demanio e patrimonio statale, catasto e dogane, programmazione.
Il Ministero ha anche responsabilità di coordinamento e verifica degli interventi per lo sviluppo economico, territoriale e settoriale e delle politiche di coesione. All’interno del progetto di ottimizzazione e consolidamento dei data center IT, il MEF ha scelto la soluzione per lo storage definito dal software di DataCore con l’obiettivo primario di salvaguardare gli investimenti realizzati nel corso di molti anni sui diversi sistemi di storage, che vanno dagli EMC VMax agli EMC Centera, fino agli HP EVA. Inoltre, era fondamentale per il MEF snellire e centralizzare la gestione dello storage per aumentare la produttività e per mettere a disposizione, quando e dove necessario, spazi di archiviazione con elevata disponibilità nel giro di pochi minuti.
Dopo avere valutato diverse soluzioni, il MEF ha deciso per l’implementazione della soluzione di virtualizzazione dello storage di DataCore, ritenuta la più adatta per rispondere a tutti gli stringenti requisiti. La scelta del MEF per l’approccio allo storage definito dal software di DataCore è stata fatta sulla base di numerosi fattori, uno dei quali è la capacità di SANsymphony-V di trasformare lo storage in una risorsa disponibile trasversalmente che può essere organizzata in pool e utilizzata in modo più efficiente rispetto agli approcci SAN che partono dall’hardware, dove ogni sistema di storage diventa un’isola separata e inefficiente. Il software DataCore ottimizza anche l’utilizzo complessivo delle risorse e rende il provisioning dello storage dinamico e automatico: un processo rapido al posto di un’attività complicata e lenta, che in passato spesso richiedeva giorni, se non settimane, per essere completata.

Il partner tecnologico SpeedyCrew, fornitore di soluzioni software autorizzato e formato da DataCore che dispone di un team altamente specializzato e che vanta una lunga storia di esperienza IT sul campo, ha ideato e implementato il progetto. SpeedyCrew ha installato DataCore SANsymphony-V su quattro piattaforme server x86 standard, in modo da garantire ridondanza e protezione dei dati, offrendo al contempo la gestione centralizzata di oltre 200 TB di storage residenti su diversi sistemi EMC VMax, EMC Centera e HP EVA. Il MEF trarrà vantaggio anche dall’aggiunta di funzionalità storage avanzate di alto livello come il thin provisioning, il mirroring su area metropolitana, il caching adattativo ad alta velocità, la replicazione e l’auto-tiering, che potranno essere applicate sia allo storage esistente sia a quello che verrà acquisito in futuro.

Per garantire elevata disponibilità e continuità operativa viene eseguito il mirroring sincrono di tutti i dati importanti attraverso edifici e dipartimenti tra i nodi DataCore. Quando un server non è disponibile, i restanti nodi rilevano i carichi di lavoro (auto-failover) fino a quando il sistema non è nuovamente disponibile e automaticamente risincronizzato (auto-failback).
Per accelerare le prestazioni del sottostante hardware, DataCore sfrutta la memoria ad accesso casuale (RAM) presente in ciascun nodo. Questo permette un rapido caching “in memory” ad alta velocità che accelera i carichi di lavoro delle applicazioni critiche del MEF. DataCore ha anche semplificato al MEF la possibilità di scalare e far crescere dinamicamente lo storage permettendo di aggiungere hardware di qualunque fornitore, modello o tecnologia, incluse eventuali risorse SSD flash.
“Abbiamo scelto Datacore perché volevamo una soluzione che permettesse al MEF di modernizzare e virtualizzare lo storage e l’infrastruttura IT senza obbligarci a un legame con specifiche tecnologie o fornitori di hardware,” commentano gli addetti ai lavori dei sistemi informativi del MEF. “Questo ci garantisce flessibilità, scalabilità e libertà di scelta. Nell’eventualità di dover incrementare e adeguare l’ambiente alle necessità di archiviazione e gestione dei dati, SANsymphony-V ci permette di scegliere sul mercato la proposta tecnica più adeguata e innovativa. DataCore non solo riduce i costi legati allo storage consolidandone la gestione, ma ci mette anche in grado di acquistare hardware meno costoso e ci permette di salvaguardare gli investimenti già realizzati. In più, il layer della nostra infrastruttura definito dal software ci offre la flessibilità di ottimizzare qualunque cosa decidiamo di utilizzare e ci consente di tornare ad acquistare storage al miglior prezzo permettendoci di far fronte alle nostre esigenze di crescita.”

venerdì 4 aprile 2014

DataCore Modernizza lo Storage del MEF - Il Ministero dell’Economia e delle Finanze

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha adottato la piattaforma per lo storage definito dal software SANsymphony-V, puntando a migliorare la produttività e a modernizzare l'infrastruttura It mission-critical. La virtualizzazione ha reso più fessibile e centralizzata la gestione dell'archiviazione.

Dati economici, finanziari, bilanci, programmazione degli investimenti pubblici, politiche fiscali, gestione
del e patrimonio statale, catasto e dogane: le informazioni che deve maneggiare e custodire ilMinistero dell’Economia e delle Finanze sono fra le più delicate immaginabili. È dunque stato un passo importante quello compiuto con DataCore con l’obiettivo di migliorare la produttività e modernizzare l’infrastruttura It mission-critical del Ministero, preservando allo stesso tempo gli investimenti già compiuti: la strategia scelta è stata quella dello storage definito dal software; la soluzione specifica adottata, DataCore SANsymphony-V.


La piattaforma di virtualizzazione ha permesso al Ministero di centralizzare la gestione dello storagee di migliorare l’utilizzo della vasta gamma di sistemi e dispositivi hardware in dotazione, fra i quali apparati di Emc (Emc VMax e Centera) e di Hp (Hp Eva). SANsymphony-V, infatti, consolida e semplifica il provisioning delle risorse di storage, accelera significativamente le prestazioni e aggiunge elevata disponibilità, offrendo nuovi livelli di flessibilità sia al mix esistente dei sistemi in uso, sia ai futuri acquisti.

Dopo avere valutato diverse soluzioni, l’opzione di DataCore è stata scelta in quanto ritenuta la più adatta a rispondere a tutti requisiti. Uno di questi è la capacità di SANsymphony-V di trasformare lo storage in una risorsa disponibile trasversalmente, che può essere organizzata in pool e utilizzata in modo più efficiente rispetto agli approcci San che partono dall’hardware e che utilizzano ogni sistema come un’isola separata dalle altre. Il software DataCore ottimizza anche l’utilizzo complessivo delle risorse e rende il provisioning dello storage dinamico e automatico, e quindi più veloce.

“Abbiamo scelto DataCore”, commentano gli addetti ai lavori dei sistemi informativi del Mef, “perché volevamo una soluzione che ci permettesse di modernizzare e virtualizzare lo storage e l’infrastruttura It senza obbligarci a un legame con specifiche tecnologie o fornitori di hardware. Questo ci garantisce flessibilità, scalabilità e libertà di scelta. Nell’eventualità di dover incrementare e adeguare l’ambiente alle necessità di archiviazione e gestione dei dati, SANsymphony-V ci permette di scegliere sul mercato la proposta tecnica più adeguata e innovativa”.

“DataCore”, sottolineano ancora dal Ministero, “non solo riduce i costi legati allo storage consolidandone la gestione, ma ci mette anche in grado di acquistare hardware meno costoso e ci permette di salvaguardare gli investimenti già realizzati. In più, il layer della nostra infrastruttura definito dal software ci offre la flessibilità di ottimizzare qualunque cosa decidiamo di utilizzare e ci consente di tornare ad acquistare storage al miglior prezzo permettendoci di far fronte alle nostre esigenze di crescita”.

Il progetto è stato disegnato e messo in pratica con l’aiuto di  SpeedCrew, un fornitore di soluzioni software autorizzato e formato da DataCore. SANsymphony-V è stata installata su quattro piattaforme server x86 standard, in modo da garantire ridondanza e protezione dei dati, offrendo al contempo la gestione centralizzata di oltre 200 TB di storage residenti su diversi sistemi Emc VMax, Emc Centera e Hp Eva. Il Ministero trarrà vantaggio anche dall’aggiunta di funzionalità storage avanzate di alto livello, come il thin provisioning, il mirroring su area metropolitana, il caching adattativo ad alta velocità, la replicazione e l’auto-tiering, che potranno essere applicate sia allo storage esistente sia a quello che verrà acquisito in futuro.