venerdì 22 maggio 2015

DataCore, lo storage definito dal software finisce anche su cloud

La società di Fort Lauderdale ha presentato Psp2, l’ultima release della sua piattaforma di servizi di archiviazione Sansymphony-V10 e di Virtual San. Per la prima volta, il pacchetto supporta anche OpenStack Cinder, permettendo così di portare le nuove funzionalità anche su tutte le tipologie di nuvole.

DataCore rinnova ancora la sua piattaforma di servizi di archiviazione nell’ambito dello storage definito dal software. La nuova offerta, ribattezzata Psp2 si applica a Sansymphony-V10 e a Virtual San e supporta per la prima volta OpenStack Cinder, permettendo così di portare tutti i servizi anche su qualsiasi tipologia di ambiente cloud. Tra le nuove funzionalità della piattaforma, si trovano lo storage definito dal software sulla nuvola e, come detto, il supporto al progetto OpenStack, con cui le aziende possono gestire in modo centralizzato le risorse di archiviazione disponibile, oppure implementarne di nuove. Inoltre, la release comprende servizi di Virtual Desktop Infrastructure (Vdi), capaci di automatizzare la creazione e la gestione di desktop virtuali “stateful” con elevata disponibilità.

Il software realizzato da DataCore sfrutta tecnologie di caching ad alte prestazioni e il thin provisioning per ridurre la dipendenza dallo storage fisico. Tutto senza aggiungere memorie flash o sottosistemi a disco, abbassando così il costo di ogni desktop virtuale grazie anche a un’ottimizzazione di server e Dram standard. Con Psp2, i dischi virtuali possono essere deduplicati e compressi in background, senza interferire quindi con le operazioni quotidiane, riducendo anche lo spazio sulle unità di memoria. Queste funzionalità vengono poi estese a tutti i dispositivi di archiviazione, ai file system e agli hypervisor.

Ma le novità riguardano anche il backup, con soluzioni offerte da altri vendor che ben si integrano nei prodotti di DataCore. Il software dell’azienda di Fort Lauderdale supporta infatti Simpana di CommVault, Data Protection Manager di Microsoft, le funzionalità di Veeam e così via. Tutti i backup possono essere ora programmati all’interno del sistema e realizzati con frequenza maggiore. Il risultato è un impatto minimo sulle applicazioni e obiettivi di recovery migliorati.
Dal punto di vista della gestione, invece, DataCore offre ora una console centralizzata per tutte le organizzazioni che dispongono di gruppi di storage virtuali distribuiti in località differenti. Con una singola interfaccia utente, si possono assegnare livelli di controllo separati ad amministratori diversi in base alle gerarchie dei gruppi di server.



L’aggiornamento Psp2 mette a disposizione per Sansymphony-V10, che opera a livello infrastrutturale su tutte le tipologie di storage, una serie di strumenti per profilare, monitorare e identificare i “punti caldi” e gestire i carichi di lavoro applicativi che possono avere un impatto negativo sulle prestazioni. Le performance sono infatti fondamentali, sia in fase di lettura dei dati che di scrittura. Ad esempio, con l’ultima release, il Random Write Accelerator (Rwa) già introdotto con limitazioni nel pacchetto precedente, può ora essere utilizzato per convertire le operazioni di scrittura casuale con elevati tempi di latenza in scritture sequenziali, nettamente più veloci e adatte all’archiviazione.

giovedì 14 maggio 2015

La quinta indagine annuale realizzata da DataCore sullo Stato del Software-Defined Storage (SDS)

Il report completo è disponibile all’indirizzo www.datacore.com/sds2015 .
 
DataCoreha annunciato i risultati della quinta edizione della sua indagine annuale sulloStato del Software-Defined Storage (SDS). Il sondaggio 2015 ha analizzato l’influenza dell’SDS sulle organizzazioni di tutto il mondo, raccogliendo informazioni dall’esperienza di 477 professionisti IT che stanno attualmente utilizzando o valutando l’SDS con l’obiettivo di superare le criticità legate allo storage dei dati. I risultati, derivanti da aziende appartenenti a settori industriali differenti che gestiscono carichi di lavoro di ogni tipo, offrono spunti di riflessione sorprendenti.
L’indagine ha anche sondato il tema dei livelli di spesa legati ai temi caldi del momento, come i Big Data, l’Object Storage e OpenStack. Inaspettatamente, i dati hanno evidenziato che nel 2015 i finanziamenti stanziati per queste voci sono stati bassissimi. Questo deludente risultato può essere parzialmente giustificato dall’elevato numero di persone che nel corso dell’indagine hanno espresso disillusione.
D’altro canto, il report di quest’anno rivela numerosi elementi a favore dell’implementazione del Software-Defined Storage. Il 52 per cento degli interpellati si aspetta che l’SDS possa allungare la vita utile degli asset di storage già presenti in azienda e garantire il funzionamento dell’attuale infrastruttura di storage anche in futuro, integrando facilmente eventuali nuove tecnologie. Quasi metà delle persone che hanno risposto al sondaggio cerca nell’SDS la possibilità di non essere vincolata a uno specifico produttore di storage, abbassando così i costi dell’hardware scegliendo tra fornitori diversi. Operativamente, gli interpellati vedono l’SDS come un modo per semplificare la gestione di dispositivi di storage di tipo diverso automatizzando le operazioni più frequenti o complesse. Si tratta di risultati notevolmente diversi dal passato, perché oggi l’indagine mostra un chiaro incremento nella percezione dei benefici economici generati dal ricorso all’SDS(riduzione delle spese in conto capitale), che vanno ad aggiungersi ai risparmi sulle spese operative già evidenziati negli scorsi anni.
Tra i risultati sorprende anche il fatto che nonostante la penetrazione complessiva sia in crescita, nel 28 per cento dei casi la tecnologia flash è completamente assente, e che il 16 per cento di chi vi ha fatto ricorso dichiari di non avere raggiunto i miglioramenti prestazionali auspicati in termini di accelerazione applicativa. Interessante notare, inoltre, che il 21 per cento degli intervistati ha indicato come gli attesissimi sistemi iper-convergenti non abbiano offerto i risultati previsti o non si siano integrati al meglio nelle infrastrutture esistenti. Va detto, però, che il Software-Defined Storage e la virtualizzazione dello storage sono considerati ora come necessità urgenti, con il 72 per cento delle organizzazioni che sta facendo quest’anno importanti investimenti su queste tecnologie. L’81 per cento prevede livelli analoghi di investimento su tecnologie di Software-Defined Storage da incorporare in server per SAN/SAN virtuali e soluzioni di storage convergente.
Altri elementi emersi dall’indagine 2015 di DataCore sulloStatodel Software-Defined Storage:
· La capacità di aggiungere capienza allo storage senza interrompere l’operatività aziendale viene identificata come la ragione principale per la scelta del software di virtualizzazione dello storage (52 per cento degli intervistati). Nella parte alta della lista ci sono anche il supporto al mirroring sincrono e ai cluster per l’elevata disponibilità su distanze metropolitane per garantire la continuità operativa, nonché la replica dei dati asincrona per il disaster recovery su sito remoto.
· Oltre metà degli intervistati (il 53 per cento) sostiene di avere una capienza assegnata allo storage flash inferiore al 10 per cento. La quota di chi sostiene di utilizzare la flash per oltre il 40 per cento della capienza complessiva è solamente del 9 per cento.
· Dopo avere virtualizzato i carichi di lavoro dei server, oltre il 60 per cento degli intervistati ha affrontato problemi di degrado delle prestazioni o l’incapacità di raggiungere le prestazioni necessarie. Alla richiesta di quali fossero tipicamente i problemi, il 61 per cento ha risposto la lentezza delle applicazioni; il 46 per cento ha indicato come colpevoli i dispositivi di storage proprietari.
· Gli errori umani stanno portando alla necessità di maggiore automazione. È ormai sempre più chiaro che la complessità legata alla crescita e alla diversificazione dei dati comporta un prezzo da pagare: il 61 per cento degli interpellati ha infatti indicato l’errore umano come causa delle interruzioni nei servizi applicativi e nel funzionamento dei data center.
La tecnologia del Software-Defined Storage: un passo avanti per tutto il settore
“Questa indagine getta una nuova luce su come i professionisti IT approcciano le innovazioni legate allo storage,” sostiene George Teixeira, Presidente e CEO di DataCore. “I dati rivelano che molte organizzazioni si stanno allontanando dalle funzionalità per lo storage legate ad hardware specifico, realizzando risparmi su CAPEX e OPEX e aumentando il potere d’acquisto. Tutto questo è possibile grazie alla mancanza di vincoli con hardware particolari e al fatto di non essere costretti ad ‘acquistare tutto da zero’ quando si modernizza l’infrastruttura di storage. Dall’indagine emerge anche che tecnologie promosse con convinzione, come l’Object Storage, si trovano spesso relegate in programmi pilota, dove l’IT spera di poterne valutare il vero valore.”
“Il Software-Defined Storage e il software per la virtualizzazione dello storage, invece, offrono tutte le funzionalità che il mercato oggi richiede, come la disponibilità continua, prestazioni superiori e maggiore efficienza”, continua Teixeira. “Questi benefici reali valgono molto di più negli investimenti 2015 di qualunque altra futura promessa di tecnologie e startup che devono ancora essere confermate.”
“Sono due le sorprese emerse dall’indagine: l’assenza di investimenti a breve termine per Big Data e Object Storage tra la maggioranza degli intervistati e la penetrazione relativamente contenuta della tecnologia flash in queste 477 organizzazioni,” dice DeniConnor, Founding Analyst di SSG-NOW. “Non sorprendono, invece, i livelli crescenti di investimenti in iniziative di Software-Defined Storage, note per offrire un ritorno più immediato.”
Gli intervistati che hanno risposto al sondaggio di DataCore sullo “Stato del Software-Defined Storage” appartengono a organizzazioni di diverso tipo, sia per dimensioni sia per settore industriale, offrendo così uno spaccato statisticamente valido delle necessità di SDS in ambienti IT di diversa estrazione. I partecipanti coinvolti provengono da Nord America, Sud America, Europa e Asia e lavorano in segmenti di mercato verticali come servizi finanziari, sanità, pubblica amministrazione, industria, istruzione, servizi IT e altri settori a questi collegati. Il 45 per cento degli intervistati lavora in organizzazioni con meno di 500 dipendenti, il 31 per cento in organizzazioni che hanno tra 500 e 5.000 dipendenti e il 23 per cento in strutture più grandi.
L’indagine di DataCore sullo “Stato del Software-Defined Storage” è stata realizzata nel mese di aprile 2015. Il report completo è disponibile all’indirizzo www.datacore.com/sds2015 .
DataCore Software è un’azienda leader nel software-defined storage. Le sue soluzioni per la virtualizzazione dello storage e per la SAN virtuale permettono alle organizzazioni di gestire e scalare in modo trasparente le architetture per lo storage dei dati, offrendo enormi incrementi prestazionali a una frazione del costo di soluzioni offerte dai fornitori di sistemi proprietari di hardware per lo storage. Adottata in 10.000 siti di clienti di tutto il mondo, la tecnologia adattativa e capace di auto-apprendere e ripararsi di DataCore elimina le difficoltà legate ai processi manuali e aiuta a concretizzare le potenzialità del nuovo data center definito dal software grazie alla sua architettura agnostica rispetto all’hardware.
 

venerdì 8 maggio 2015

Video: Lo storage definito dal software – DataCore: Remi Bargoing

Lo storage definito dal software DataCore sta conquistando il mercato Italiano !
Come si adatta il Software DataCore alle specificità del mercato Italiano ?
Come il Software DataCore permette di svincolarsi dai limiti delle soluzioni definite dall’hardware ?

giovedì 7 maggio 2015

AMANDA BEDBOROUGH: SENIOR VICE PRESIDENT EMEA FIELD OPERATIONS DI DATACORE

Amanda Bedborough, Senior Vice President EMEA Field Operations, DataCoreDataCore Software ha annunciato la promozione di Amanda Bedborough a Senior Vice President, DataCore EMEA Field Operations. Amanda era la responsabile strategica delle attività aziendali per il go-to-market nel mercato EMEA, una posizione a suo tempo creata per cogliere le grandi opportunità di mercato legate alla crescente richiesta della piattaforma di Software-Defined Storage (SDS), delle SAN virtuali e delle soluzioni iper-convergenti. Le priorità ora sono quelle di sviluppare le attività commerciali sui clienti di livello enterprise e di aumentare la penetrazione delle piattaforme DataCore tra i clienti esistenti. Amanda sarà quindi responsabile delle vendite e dei programmi a supporto del canale, con il compito di realizzare una rete di esperti rivenditori a valore aggiunto e di gestire i costanti investimenti infrastrutturali, le nuove iniziative aziendali e le risorse che operano nella regione EMEA.
Amanda Bedborough ha portato in DataCore oltre vent’anni di esperienza maturata in ruoli dirigenziali nel settore IT, dove aveva contribuito alla positiva crescita di aziende come Corel, 3DFX Interactive ed STB Systems. Prima di entrare in DataCore, Amanda è stata Executive Vice President, Global Sales & Marketing di Corel Corporation ed è quindi la persona adatta per supportare DataCore nella sua nuova fase di crescita, guidando la strategia di go-to-market per l’acquisizione e la fidelizzazione dei clienti di oggi e di domani.