DataCore Software è una delle prime aziende che ha creduto e investito nello storage definito dal software, e la sua soluzione SANsymphony-V per la virtualizzazione dello storage attualmente conta più di diecimila installazioni in tutto il mondo. Sulla base dell’esperienza acquisita la società ha apportato una serie di modifiche e miglioramenti alla nuova versione della piattaforma, recentemente annunciata, con l’obiettivo di rispondere alle esigenze dei reparti IT che devono organizzare pool, mettere a disposizione e gestire centralmente lo storage in modo diverso dai tradizionali asset. Al cuore della piattaforma ci sono quelli che DataCore considera gli elementi chiave dell’architettura definita dal software: la portabilità del software e l’intercambiabilità dell’hardware, come ci spiega Rèmi Bargoing, Country Manager Italia di DataCore Software.

Quali sono gli elementi che caratterizzano la vostra proposta per SAN virtuali? La ricerca dello storage definito dal software ha prodotto tre distinti approcci alla virtualizzazione dello storage: basata su hypervisor, dipendente dal dispositivo e agnostica, esclusivamente software. DataCore SANsymphony-V è un esempio di virtualizzazione agnostica dello storage, esclusivamente software. La virtualizzazione basata su hypervisor e quella dipendente dal dispositivo risolvono alcuni dei problemi relativi alle prestazioni e ai costi, ma la virtualizzazione agnostica dello storage, realizzata esclusivamente via software, offre il valore più elevato e l’approccio più completo operando su qualsiasi server fisico o virtuale e su qualunque insieme di dispositivi di storage. La velocità nello sfruttare server e ambienti di storage eterogenei per raggiungere i risultati aziendali nonostante le limitazioni del budget è l’obiettivo chiave dei clienti che ricorrono alla virtualizzazione dello storage”.

Come funziona la piattaforma SANsymphony-V? Il software per la virtualizzazione dello storage, agnostico rispetto all’hardware, astrae e organizza in pool i dischi interni ed esterni, insieme alle unità flash/SSD per tempi di risposta alla velocità della luce, accesso non-stop e sfruttamento ottimale della capienza. Migliaia di data center di tutto il mondo adottano DataCore per rispondere in modo conveniente alle esigenze di prestazioni ed elevata disponibilità dello storage dei loro server fisici e virtuali. Le principali funzionalità comprendono la gestione di cache DRAM in-memory, l’auto-tiering, il mirroring sincrono, la replicazione asincrona, il thin provisioning, le snapshot e la CDP. Il set integrato di servizi viene gestito centralmente e coadiuvato da una dettagliata analisi delle prestazioni a da strumenti per la gestione della capienza.

A quale segmento di mercato è destinata questa soluzione? La piattaforma SANsymphony-V è stata progettata per applicazioni mission-critical sensibili ai tempi di latenza, utilizzate in aziende grandi e piccole, dove le interruzioni dei servizi non sono tollerate. Il suo impiego va da semplici installazioni pilota con pochi terabyte di capienza fino a configurazioni di enormi dimensioni che gestiscono petabyte di spazio su disco.

Come valutate la proposta vSAN di VMware? E’ una soluzione che sfrutta gli economici dischi interni, spingendo sempre più clienti, anche quelli che non amano le SAN, a virtualizzare le applicazioni, ed è proposta da una società di software molto nota. Tuttavia la soluzione, che attualmente è solo una versione beta, richiede l’utilizzo di costose memorie flash, non funziona su macchine fisiche che potrebbero essere presenti nel mix o con altri diffusi Hypervisor, per esempio Microsoft Hyper-V e non si rapporta con altri sistemi virtualizzati in cui sono utilizzate SAN esterne. Questo significa che i clienti devono ricorrere a due metodologie differenti per mettere a disposizione la capacità, proteggere i dati e raggiungere l’elevata disponibilità.

Che impatto avrà sul vostro mercato il rilascio di VMware vSAN? L’annuncio ha scatenato un forte interesse nei confronti del nostro prodotto presso un pubblico che in altro modo non avremmo potuto raggiungere, incoraggiando i clienti a valutare il software per la virtualizzazione dello storage su risorse di storage lato-server come possibile alternativa a sistemi di storage esterni più complessi e costosi. Questa svolta indica un indebolimento della morsa che i produttori di grandi batterie di dischi avevano stretto nelle installazioni di sistemi virtualizzati mission-critical dipendenti da dischi veloci e condivisi per la mobilità delle macchine virtuali e per il failover.

Cosa differenzia la vostra proposta? Attualmente c’è molta attenzione su vSAN, e questo in un certo senso ci favorisce perché ci permette di sottolineare gli elementi distintivi che rendono DataCore una scelta migliore. Una chiara area di differenziazione è quella che riguarda la velocità e la convenienza derivanti dall’utilizzo delle DRAM in surplus come cache in-memory di lettura e scrittura, che spesso rendono inutile ricorrere a spese extra per acquisire tecnologia flash. In questo modo, DataCore abbassa notevolmente i costi e la complessità legati all’implementazione di SAN virtuali ad alta velocità e senza interruzioni per l’intera struttura IT.

Cosa deve fare un’azienda per installare e gestire la vostra vSAN? Per le applicazioni, SANsymphony-V è trasparente e quindi non è necessario apportare modifiche al codice. Per creare un pool di storage strutturato a livelli e con disponibilità continua, è necessaria l’installazione su una macchina virtuale in due o più nodi. Queste risorse sono accessibili dalle app co-residenti, così come dai nodi dedicati esclusivamente all’elaborazione, come se fossero dischi locali. Il software può essere fatto girare anche su macchine x86 dedicate, magari resesi disponibili in occasione del consolidamento dei server, per alleggerire gli host applicativi da tutte le attività che fanno un uso intensivo dello storage.