lunedì 12 dicembre 2016

DataCore SANsymphony e Virtual SAN

DataCore Software, un’azienda che opera nel campo dello storage definito dal software, si è posta l'obiettivo con SANsymphony di permettere alle organizzazioni IT di gestire e scalare le architetture per lo storage dei dati, nonché di poterlo fare anche in ambienti multivendor e con tecnologie storage di diverse generazioni.

Si tratta di base di un tecnologia software adattativa e capace di auto-apprendere e ripararsi che nella strategia DataCore elimina del tutto o comunque fortemente riduce le difficoltà connesse ai processi manuali e supporta il reparto IT, grazie alla sua architettura agnostica rispetto all’hardware, nel rendere reali le potenzialità espresse dai nuovi data center definiti dal software.

DataCore SANsymphony gira su server x86 e mette in pool lo storage di rete
Peraltro, evidenzia DataCore, la soluzione SANsymphony non solo permette di realizzare infrastrutture virtuali utilizzando diverse piattaforme di base quali server, storage, eccetera anche di fornitori e generazioni di prodotto diverse, ma permette allo stesso tempo di incrementare enormemente l'affidabilità complessiva e la disponibilità dei dati mediante una gestione in pool dinamico delle risorse.

Permette in sostanza, evidenzia George Teixeira, CEO di DataCore, di risolvere il problema connesso alla gestione di "isole di dati", all’utilizzo di hardware di base economico e all’integrazione della tecnologia Flash in abbinamento a macchine basate sui convenzionali dischi o di generazioni precedenti.

Dentro SANsymphony

Una volta che il software è stato installato su server X86 standard, fornisce un set di servizi comuni di storage trasversale a tutti i dispositivi storage disponibili e permette di gestire in pool la capacità storage dei diversi dispositivi di rete. I dati vengono poi automaticamente replicati tra i diversi nodi al fine di non avere un singolo punto di guasto.

La "Virtual SAN" che si viene a costituire è in grado di funzionare con tutti i principali hypervisor (come per esempio VMware vSphere o Microsoft Hyper-V) e su qualunque server o VM standard. In sostanza, se si ragiona in termini di Opex, la DataCore Virtual SAN permette di eliminare i problemi, i costi e le complessità aggiuntive legate alla gestione e al funzionamento di infrastrutture SAN esterne.

In pratica, per chi vuole evolvere da un'architettura convenzionale ad una altamente virtualizzata, DataCore Virtual SAN crea pool di storage condivisi ad alte prestazioni e a elevata disponibilità utilizzando i dischi e lo storage flash installati nei server applicativi. Tramite DataCore Virtual SAN, dal punto di vista infrastrutturale, i responsabili IT possono gestire, virtualizzare e sfruttare i dischi e lo storage basato su flash dei server, oltre che virtualizzare le batterie di storage esterno presenti nei diversi dipartimenti, data center e uffici remoti, con un uptime, evidenzia Teixeira, prossimo al 100%.

Vediamo la soluzione all'opera.
Un esempio concreto di utilizzo di SANsymphony-V10, evidenzia Teixeira, lo fornisce quanto realizzato dal Comune di Bologna. L’infrastruttura informatica del Comune è composta da due Server Farm posizionate nelle due sedi principali, nelle quali si concentrano tutte le risorse, i sistemi di rete e i server , il tutto ridondato per garantire la continuità operativa.
I server gestiti sono 250, dei quali 200 circa virtualizzati tramite VMWare su blade HP e IBM. Il volume totale dei dati è di circa 50 TB. Per far fronte ai carichi di lavoro e trasmissivi tutte le sedi sono poi connesse in banda larga.


In un tale e complesso scenario si erano nel tempo evidenziate tre esigenze specifiche, concretizzatesi in altrettante richieste avanzate dall'alta direzione:
Un primo intervento ha toccato l'architettura ed è consistito nel ridondare le due Server Farm, seguito dall’aumento della potenza dei sistemi tramite l'adozione di componenti tecnologiche virtualizzate e della capacità di storage.

Un'indagine ha poi escluso l’adozione della classica soluzione di potenziamento dell’hardware a favore del Software Defined Storage. Le motivazioni hanno riguardato l’aspetto economico, infatti l’adozione del Software Defined avrebbe eliminato l’esigenza di dotarsi di ulteriore hardware, oltre a garantire una maggiore flessibilità in fase di crescita e senza imporre vincoli rispetto all’acquisto di hardware di uno specifico produttore.

Successivamente è stata eseguita un’approfondita verifica mirata ai livelli funzionali offerti. Questa fase di valutazione ha portato alla scelta di DataCore SANsymphony, che si è rivelata essere la piattaforma che offriva maggiori garanzie in base ai requisiti espressi. L’operazione ha avuto inizio nel 2015 ed è stata portata a termine nel luglio dello stesso anno. La migrazione dei dati dai vecchi ai nuovi apparati è stata effettuate gradualmente e conclusa in tre mesi.

Alla data il Comune ha virtualizzato, con DataCore, storage IBM, NetApp, Nexsan, dischi flash HGST con 4 livelli di Tier distribuiti sui due nodi metropolitani. 

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