martedì 18 febbraio 2014

Tom's Hardware: Cloud storage, Big Data e In-Memory più facile con l'approccio DataCore al Software Defined Storage

Un nuovo paradigma pervade il mondo dello storage mondiale: il Software Defined Storage" o, in sintesi, SDN. E' un paradigma che sta spingendo velocemente verso la realizzazione di layer software di controllo indipendenti dal dispositivo, soprattutto presso organizzazioni IT che hanno la necessità di organizzare pool e mettere a disposizione e gestire centralmente lo storage in modo diverso dai metodi tradizionali sino ad ora adottati. 
Per carità, verrebbe da osservare, niente di nuovo sotto il sole, soprattutto per chi a partire dagli anni ottanta ha avuto a che fare con il modello OSI, che proprio a questo puntava.


Il software crea uno strato virtuale e abilita la virtualizzazione delle risorse

In ogni caso, un fattore chiave alla base di una tale evoluzione architetturale, che sta già apportando forti scossoni al mercato dello storage, è la necessità di rispondere alle esigenze di infrastrutture cloud private o ibride, e di ottimizzare il ricorso alla velocissima (ma ancora costosa) tecnologia delle memorie allo stato solido ricorrendo a layer diversi di unità a disco a basso costo e con capacità maggiori, che vengono utilizzati per bilanciare obiettivi di prestazioni applicative e limiti di budget.
Spesso, il produttore di ciascuna categoria di dispositivo di storage è diverso, così come gli strumenti per controllarla. A questo si aggiunge il fatto che nei data center si trovano diverse generazioni di apparati tra loro incompatibili. La situazione, in pratica, si è fatta critica, tanto più  quanto più si è ritardato ad evolvere come architetture, generazione di prodotti e sistemi di gestione.
Ora, alla luce del cloud, delle esigenze  legate ai big data, all' In-memory computing e al cloud, un forte cambiamento appare sempre meno procrastinabile.
Ma non è solo questione dell'hardware. Anche il luogo dove risiede il software necessario a ottimizzare le prestazioni è nel pieno di una fase di trasformazione ed è qui che entra in gioco  il SDS. La nuova tendenza richiede, in sostanza, del software per la gestione e la virtualizzazione dello storage che sia intelligente e agnostico rispetto al produttore o alla generazione di apparato, e che sia in grado di automatizzare e ottimizzare i carichi di lavoro dello storage per rispondere alle esigenze applicative sia lato server che SAN. La risposta di DataCore a questo insieme di esigenze è stato SANsymphony-V.
SANsymphony-V crea un laye virtuale che può comprendere storage di tipo diverso
"I recenti annunci di EMC su ViPR hanno concentrato i riflettori su un modello di storage ormai largamente superato. Al contrario di ViPR, DataCore non ha nessun preconcetto hardware o dipendenza dalle API. SANsymphony-V non solo federa dispositivi diversi, indipendentemente da marca e modello, ma va oltre, inserendoli in un’infrastruttura di storage coesa, reattiva e sempre disponibile",  dichiara Paul Murphy, Vice President of Marketing di DataCore Software. 
In sostanza  si tratta, invece di obbligare  a comprare sempre più hardware, di accelerare le prestazioni di I/O e organizzare automaticamente lo storage su più livelli. Al  software è demandato il compito di bilanciare l’utilizzo delle tecnologie in-memory e dei dischi convenzionali al fine di ottenere prestazioni ottimali ed efficienza nei costi. 
Le caratteristiche della nuova versione SDS
Con la nuova versione, DataCore si è proposta di estendere il suo range d'azione in modo da  automatizzare e ottimizzare le prestazioni applicative e l’utilizzo sia delle risorse flash sia dei dischi convenzionali e questo lato server, all’interno della SAN o su entrambe le aree di un data center. Tra le nuove funzionalità, ha spiegata DataCore, vi sono:
§  Scalabilità raddoppiata: è possibile federare e unire fino a 16 nodi in una grid gestita a livello centralizzato. In pratica  si incrementa la resilienza all’intera infrastruttura IT in modo da far meglio fronte al fuori servizio (per manutenzione programmata, aggiornamenti o guasti hardware) di nodi o di dispositivi di back-end.
§  Storage con funzionalità di auto-riparazione: oltre  al mirroring sincrono tra nodi, SANsymphony-V identifica e incapsula le risorse di storage che non funzionano o che sono poste intenzionalmente fuori servizio. I volumi residenti su quei dispositivi vengono migrati in modo trasparente su apparati alternativi senza influenzare le applicazioni. 
§  Mobilità dei dati senza interrompere i servizi: è possibile spostare dischi virtuali tra i differenti pool di storage senza interrompere l’erogazione dei servizi. Per esempio, i volumi allocati per motivi di test o sviluppo possono essere riallocati in background nel pool di produzione senza interrompere l’accesso alle applicazioni.
§  Spostamento dei dati con VMware VAAI e Microsoft ODX: è possibile  scaricare  sulla SAN virtuale i grandi spostamenti di dati. Questo avviene in coordinamento con l’hypervisor dell’host o con il sistema operativo utilizzando comandi VMware VAAI o API Microsoft ODX. Invece di collegare host e rete durante lo spostamento dei blocchi disco, l’hypervisor chiede di farlo a SANsymphony-V e invia una notifica all’host alla fine del processo.

Migrazione automatica tra i diversi layer storage
§  Servizi per il recupero dello spazio inutilizzato: l’uso a livello infrastrutturale di VAAI e delle API ODX ha un importante ruolo nel recuperare spazio su disco. Gli host segnalano quando hanno cancellato una grande quantità di blocchi, permettendo a SANsymphony-V  di recuperare quello spazio per altri usi. 
§  Prevenzione degli errori e risoluzione dei problemi: SANsymphony-V registra ciascuna azione amministrativa in un percorso di verifica di data e ora che tiene traccia di chi ha fatto cosa e quando. Il registro di controllo aiuta anche nella risoluzione dei problemi evidenziando le azioni che hanno portato alla specifica situazione.

Il mittoring  permette  di reagire automaticamente ai guasti
§  Replica remota per un rapido disaster recovery: la nuova versione di SANsymphony-V incorpora funzionalità che permettono di ridurre drasticamente il tempo necessario a copiare i volumi su siti remoti. E' una funzione sviluppata da DataCore per far fronte in modo specifico alle esigenze delle aziende  che hanno siti di disaster recovery a grandi distanze, nonché per chi ha la necessità di migrare frequentemente volumi tra le filiali locali e i data center centrali.
La strada verso il Software Defined Storage è quindi sempre più aperta e c'è da attendersi che la competizione tra le aziende del settore si farà sempre più agguerrita. A tutto vantaggio dell'utilzizatore.

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